Cose Mai Viste 2023

Esplorando il Territorio dei Castelli Romani: Il Programma “Cose Mai Viste” 2023 Il Parco dei Castelli Romani ha lanciato ufficialmente l’avviso per raccogliere proposte dalle associazioni locali in vista dell’edizione 2023 del programma “Cose Mai Viste”. Questo eccezionale programma di promozione territoriale, che si svolgerà da giugno a novembre, rappresenta un’iniziativa di collaborazione tra il Parco e le associazioni locali, mirata a promuovere una più profonda conoscenza del territorio e delle sue radici culturali. Partecipazione delle Associazioni Il cuore pulsante del programma “Cose Mai Viste” è la partecipazione attiva delle associazioni locali. Queste ultime sono invitate a proporre iniziative che verranno successivamente valutate e selezionate dall’Ente Parco per far parte del calendario ufficiale del programma. Durata e Costi Ciascuna iniziativa all’interno del programma dovrebbe avere una durata approssimativa di tre ore. Il costo associato a ogni evento sarà determinato dall’associazione proponente. È importante notare che la partecipazione dei minori è gratuita, mentre per gli adulti si auspica un costo massimo di € 6,00 a partecipante. Inoltre, potrebbero essere previsti ulteriori costi per l’accesso a musei o altre strutture, a seconda delle specifiche dell’evento. Scadenza per la Presentazione delle Proposte Le associazioni interessate a partecipare sono invitate a compilare il modulo appositamente predisposto dall’Ente Parco e ad inviarlo via e-mail agli indirizzi etpizzicannella@regione.lazio.it e gamechelli@regione.lazio.it. È fondamentale rispettare la scadenza per la presentazione delle proposte, che è fissata entro e non oltre venerdì 14 aprile 2023. Pubblicazione Online e Diffusione Una volta selezionate e calendarizzate le attività proposte dalle associazioni, il Parco dei Castelli Romani provvederà a pubblicare online il programma completo “Cose Mai Viste 2023”. Questo sarà reso disponibile sul sito web ufficiale dell’Ente Parco e diffuso attraverso i canali social dell’organizzazione. Questo programma offre un’opportunità unica per scoprire e apprezzare la bellezza e la ricchezza culturale dei Castelli Romani, oltre a sottolineare l’importante ruolo delle associazioni locali nell’arricchire la vita comunitaria. Non vediamo l’ora di vedere le proposte che verranno presentate e di partecipare a questo entusiasmante viaggio alla scoperta del nostro patrimonio territoriale.

Il prezzo della libertà

Nel mese di gennaio, la tragica morte dell’orso Carrito, investito poco al di fuori dei confini del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, ha riportato nuovamente l’attenzione sulla convivenza tra l’uomo e la fauna selvatica in ambienti fortemente antropizzati. La presenza umana, negli anni, si è spostata a ridosso di habitat che una volta erano il regno esclusivo degli animali selvatici. Oggi, più che mai, è possibile avvistare esemplari di diverse specie di fauna selvatica sulle strade o persino davanti alle abitazioni. Questo cambiamento è il risultato della frammentazione del territorio, spesso causata dalla rete stradale, che ha ridotto gli spazi vitali degli animali e alterato le caratteristiche fisiche ed ecologiche degli habitat attraversati dalle strade. Inquinamento atmosferico, acustico e luminoso sono solo alcune delle conseguenze di questa invasione umana. Gli incidenti stradali che coinvolgono animali selvatici, con le loro tragiche conseguenze per gli stessi animali e per le persone, mettono in evidenza l’urgenza di adottare comportamenti che favoriscano la coabitazione tra l’uomo e la fauna selvatica. Questo problema è particolarmente rilevante nelle zone in cui gli animali si avvicinano ai centri abitati alla ricerca di cibo e diventano sempre più confidenti nei confronti dell’uomo. Alla base di una convivenza pacifica tra le due parti deve esserci una profonda consapevolezza della necessità di proteggere la biodiversità. Essere prudenti alla guida, rispettare i limiti di velocità, seguire la segnaletica stradale e scegliere con attenzione l’itinerario possono fare la differenza tra la vita e la morte per molti animali selvatici. Un altro aspetto cruciale è la gestione dei rifiuti. Gli animali sono attratti dai rifiuti perché li considerano una fonte di cibo. Pertanto, è fondamentale non abbandonare rifiuti nelle vicinanze delle aree abitate e garantire che siano inaccessibili agli animali. Questa pratica può abituare gli animali a frequentare le zone abitate, mettendo a rischio sia loro che gli esseri umani. Inoltre, è importante evitare comportamenti troppo confidenti, come dare cibo ai selvatici come se fossero animali domestici. Questo può creare dipendenza dagli esseri umani e limitare la capacità degli animali di procacciarsi il cibo autonomamente, mettendo a rischio la loro sopravvivenza nel loro ambiente naturale. Acquisire consapevolezza sull’etologia degli animali è fondamentale. Comprendere il comportamento degli animali e adottare atteggiamenti che non mettano a rischio la loro sicurezza, né quella delle persone, è una scelta consapevole alla portata di tutti. Questo approccio concreto e possibile è fondamentale per garantire la coesistenza armoniosa tra l’uomo e la fauna selvatica nei nostri ambienti sempre più condivisi. La tutela della biodiversità è cruciale per la sopravvivenza sia degli animali che degli esseri umani, e dipende in gran parte dalle nostre azioni quotidiane.

Sorvolo sulle aree protette del Lazio

Le novità relative al sorvolo sulle aree protette del Lazio, in vigore fino al 28 dicembre 2023, sono state introdotte attraverso un supplemento all’AIP (Aeronautical Information Publication) pubblicato dall’ENAV (Ente Nazionale di Assistenza al Volo) il 15 dicembre 2022 (AIP AIRAC SUP S43/22). Questo supplemento stabilisce una serie di divieti di sorvolo sulle aree protette istituite dalla regione Lazio durante il periodo di validità dal 26 gennaio 2023 al 28 dicembre 2023. La legge di riferimento in questo contesto è la legge quadro sulle aree protette (legge 6 dicembre 1991, n. 394), che all’articolo 11 h) stabilisce il divieto di sorvolo di velivoli non autorizzati, a meno che non siano previste deroghe nelle leggi sulla disciplina del volo. Ecco i punti principali dei divieti e delle eccezioni stabiliti dal suddetto supplemento: Per quanto riguarda il volo libero (senza motore), anche questa attività è soggetta a regolamentazione e richiede una specifica richiesta di nulla osta da presentare all’Ente Parco, poiché potrebbe essere disturbante per la fauna selvatica, specialmente in prossimità delle aree di nidificazione. Si consiglia di verificare sempre le informazioni aggiornate sull’AIP Italia e di rispettare rigorosamente le disposizioni vigenti per evitare sanzioni o problemi legali legati al sorvolo delle aree protette nel Lazio.

Il Parco dei Castelli Romani compie 39 anni

Il 13 gennaio 1984 segna una data significativa nella storia dei Castelli Romani, un’area ricca di storia, cultura e bellezze naturali. In quel giorno, con l’approvazione della Legge regionale n. 2, è stato istituito il “Parco suburbano dei Castelli Romani” con l’ambizioso obiettivo di preservare l’integrità delle caratteristiche naturali e culturali di questo territorio, che abbraccia l’antico Vulcano Laziale. Questo articolo esplora la nascita del Parco e il ruolo fondamentale svolto dalla comunità locale nel suo sviluppo e nella sua protezione continua. La creazione di questa area naturale protetta è il risultato della sensibilità, della consapevolezza e del senso civico degli abitanti dei Castelli Romani, che hanno combattuto una lunga battaglia per preservare il ricco patrimonio ambientale della regione. La mobilitazione della popolazione ha portato alla raccolta di firme utili per presentare una proposta di legge il 23 aprile 1981, il primo passo verso l’istituzione del Parco. La sua attuazione rappresentava, innanzi tutto, un ostacolo alla crescente cementificazione dei Castelli Romani, un problema che minacciava di distruggere l’identità e la bellezza di questa terra. L’Area protetta dei Castelli Romani è un luogo di grande diversità, sia dal punto di vista geologico che naturalistico. Qui, una ricca biodiversità si intreccia con la storia, la cultura, l’arte, le produzioni locali e le tradizioni. Nel corso del tempo, l’uomo ha contribuito a plasmare questo territorio, sfruttando le materie prime che offre. L’area è divenuta così un complesso ecosistema in cui natura e cultura si fondono in modo armonico. Oggi, a distanza di 39 anni dalla sua istituzione, l’Ente Parco continua a promuovere il modello di sviluppo sostenibile. Ciò è particolarmente significativo considerando le sfide legate alle caratteristiche specifiche dei Castelli Romani: la loro vicinanza alla Capitale, la densità abitativa, la storica vocazione turistica e la presenza di ben 16 Amministrazioni comunali, ciascuna con la propria visione di gestione del territorio. Questo modello ha dimostrato il suo valore nel preservare gli ecosistemi che altrimenti sarebbero stati in pericolo. Tuttavia, per mantenere viva la missione di tutela del territorio, è essenziale riscoprire lo spirito che ha animato coloro che hanno lottato per l’istituzione del Parco. Diventare cittadini attivi e consapevoli non richiede necessariamente di compiere gesti straordinari, ma piuttosto di osservare attentamente il nostro ambiente, comprendere le sfide che affrontiamo e intraprendere azioni quotidiane che non mettano a rischio il benessere dell’ambiente e della comunità. Come ha suggerito il sociologo e filosofo Marshall McLuhan, siamo tutti membri dell’equipaggio di questa “Nave Terra”, e la sua conservazione è una responsabilità condivisa. In conclusione, il Parco Regionale dei Castelli Romani è un esempio di come la collaborazione tra comunità locali e istituzioni possa portare a risultati straordinari nella conservazione dell’ambiente e della cultura. Questa storia ci insegna che il futuro sostenibile della Terra dipende dall’impegno di tutti noi, cittadini del mondo, nel proteggere e preservare le bellezze naturali e culturali che ci circondano.