Immerso nella bellezza dei Monti Prenestini, Guadagnolo si distingue per essere il centro abitato non comunale più elevato del Lazio, incantando i visitatori con i suoi panorami mozzafiato e la sua storia affascinante. Questo pittoresco borgo è una meta di pellegrinaggio, grazie al celebre Santuario della Mentorella, situato su una rupe che si affaccia sulla valle del Giovenzano. Fondato nel IV secolo d.C., è considerato il santuario mariano più antico d’Italia e forse d’Europa. Ogni anno, numerosi fedeli si recano qui per offrire le loro preghiere alla Vergine, a San Benedetto e a Sant’Eustachio, un martire locale.
La fondazione di Guadagnolo è avvolta nel mistero, con alcune leggende che narrano di Romani in fuga dalle incursioni barbariche che trovarono rifugio tra queste colline. Altri storici sostengono che il nucleo originario sia stato formato dai contadini che coltivavano le terre di pertinenza del Santuario, analogamente a quanto avvenne nei monasteri storici come quelli di Cassino e Subiaco. Secondo lo studioso Atanasio Kircher, il nome “Guadagnolo” deriverebbe dai modestissimi guadagni ottenuti da locandieri e osti che accoglievano i pellegrini.
Durante il XII secolo, Guadagnolo e la vicina Poli passarono sotto il controllo della potente famiglia Conti, che ne mantenne il dominio per circa sei secoli. Nel 1808, il territorio passò per eredità alla famiglia Sforza Cesarini, e successivamente, nel 1820, alla famiglia Torlonia. Prima del 1870, Guadagnolo era un comune autonomo con meno di 500 abitanti, i quali vivevano principalmente di pastorizia e agricoltura. L’altopiano noto come “Prati” era fertile, producendo fieno e cereali, mentre le foreste circostanti fornivano legname pregiato.
Tuttavia, dopo il 1870, Guadagnolo dovette rinunciare alla sua indipendenza, legandosi a Poli, il quale, a causa delle sue limitate risorse, non contribuì allo sviluppo della frazione. Questo portò a una progressiva erosione dei servizi e delle infrastrutture. Nel 1929, grazie a un referendum, Guadagnolo si staccò da Poli e si unì a Capranica Prenestina. A quel tempo, la frazione era in condizioni disastrose: mancavano acqua potabile, strade adeguate e strutture essenziali come scuole e servizi medici. L’antica Chiesa di San Giacomo Apostolo, che custodiva affreschi del XVI secolo, crollò nel 1950 per la mancanza di restauri, mentre la nuova chiesa fu ricostruita poco distante.
Oggi, Guadagnolo è una meta ambita non solo per la sua spiritualità, ma anche per le sue bellezze naturali. I sentieri panoramici offrono l’opportunità di esplorare la ricca biodiversità dei boschi, con itinerari che si snodano tra castagni e punti panoramici da cui ammirare i Monti Prenestini e, in giornate particolarmente limpide, il Mar Tirreno. Questo ambiente incontaminato è ideale per chi cerca pace e tranquillità, lontano dalla frenesia della vita urbana.
Guadagnolo è anche un centro gastronomico di rilievo. La cucina locale, caratterizzata da sapori autentici e ingredienti freschi, offre piatti tipici come l’abbacchio alla cacciatora e la pasta fatta in casa, preparati secondo ricette tramandate di generazione in generazione. Questa offerta culinaria attira visitatori desiderosi di scoprire i sapori tradizionali del Lazio, creando un’esperienza che unisce cultura, storia e gastronomia.
La comunità di Guadagnolo continua a prosperare come meta di turismo religioso e naturalistico. Con la sua storia affascinante, la bellezza dei suoi paesaggi e la ricchezza delle sue tradizioni, questo borgo rappresenta un tesoro da esplorare nel cuore dell’Italia. Grazie alla sua accessibilità da Roma, Guadagnolo è una scelta ideale per una gita di un giorno, permettendo ai visitatori di immergersi nella storia e nella natura, in un contesto che unisce spiritualità e bellezza.